NEUROPLASTICITA’ e Coerenza Cardiaca

I dispositivi miofunzionali agiscono riequilibrando le funzioni neurovegetative del cavo orale (suzione, masticazione, deglutizione, respirazione, fonazione)

Un altro importantissimo fattore da considerare è la neuroplasticità, cioè la capacità del nostro sistema nervoso di creare nuove vie di comunicazione, nuove connessioni e circuiti tra le cellule. La capacità del nostro cervello di fare questo avviene per adeguarsi agli stimoli e alle variazioni dell’ambiente, sia esterno che interno, come risposta adattativa.

Negli ultimi anni, con il progredire della ricerca in campo medico, si è compreso come tutto questo possa avvenire : grazie a molecole chiamate “fattori di crescita”. I fattori di crescita cerebrali servono proprio a regolare la nascita, la sopravvivenza, la morte delle cellule neuronali, migliorando anche il numero e la qualità delle connessioni tra i vari neuroni (sinapsi) attraverso le quali l’impulso nervoso può essere trasmesso.

Attraverso le funzioni della bocca, che devono essere apprese attivamente tramite le esperienze e stimoli sensoriali, i fattori di crescita trasformano gli stimoli sensoriali in sinapsi che, a loro volta, fungono da mediatori tra le sinapsi e l’elaborazione delle informazioni che consentiranno l’apprendimento e la memoria motoria. E’ così che si sviluppa lo schema motorio della bocca : grazie alla percezione di movimenti finalizzati che il cervello impara ad usare in situazioni analoghe, stimolando la secrezione di fattori di crescita e rinforzando determinate sinapsi, a seconda dello schema motorio interessato in un determinato momento.

L’approccio miofunzionale offre il punto di partenza, attraverso l’attivazione muscolare oro-facciale, in modo naturale, per “trovare”, “adattare” e “fissare” una nuova memoria neurologica. ( Andretta P., 2007)

Un fattore di crescita molto importante da tener presente nelle nostre terapie è il BDNF (Brain Derived Neurotrophic Factor) fattore neurotrofico che agisce su determinati neuroni del sistema nervoso centrale e del sistema nervoso periferico, contribuendo a sostenere la sopravvivenza dei neuroni già esistenti, e favorendo la crescita e la differenziazione di nuovi neuroni e sinapsi. Nel cervello, è attivo nell’ippocampo, corteccia cerebrale, e prosencefalo basale, aree vitali per l’apprendimento, la memoria, e il pensiero.

Questa neurotrofina è prodotta nel cervello, intestino, fegato, cute e dall’attività muscolare : è proprio quest’ultima caratteristica che sfruttiamo nella terapia miofunzionale. Quando un muscolo è in funzione vengono prodotti mediatori chimici che raggiungono il cervello e lo stimolano a produrre BDNF: per questo motivo l’attività fisica assume un’importanza maggiore di quanto si pensava in passato. Fino a pochi anni fa si riteneva infatti che i neuroni, una volta persi, non potessero più replicarsi, che ogni individuo avesse un detrminato numero di cellule nervose le quali, una volta invecchiate o perdute per patologie o traumi, diminuivano inesorabilmente in quantità. La scoperta che, anche nell’adulto, nascono nuovi neuroni apre una serie di nuovi orizzonti anche dal punto di vista terapeutico.

IL BDNF stimola l’attivazione di neuroni che erano inattivi e anche le sinapsi aumentano in rapporto alle stimolazioni ricevute dall’ambiente in cui si vive e dalle attività che svolgiamo.

Con il dispositivo miofunzionale stimoliamo la plasticità neuronale fornendo stimoli deboli ma precisi (che è stato dimostrato essere maggiormente recepiti dal nostro organismo) in maniera da permettere una guarigione spontanea, intesa come ripristino delle funzionalità corrette e della struttura ottimale per quel paziente. Anche le ghiandole salivari producono fattori di crescita nervosa : la masticazione stimola e aumenta la loro secrezione. Per questo motivo facciamo eseguire, con il dispositivo inserito, dei semplici ma importantissimi esercizi “masticatori” con movimenti che vengono insegnati in corso di terapia. Il primo fattore di crescita prodotto dalle ghiandole salivari fu scoperto negli anni ’50 da Rita Levi Montalcini che lo isolò dalle ghiandole salivari del topo è NGF (Nerve Growth Factor) : questa piccola proteina è coinvolta nello sviluppo del sistema nervoso, regola e specializza la crescita degli assoni e dendriti attraverso meccanismi di segnalazione cellulare e il suo studio fornisce elementi per la cura di malattie come la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) e il morbo di Alzheimer. Le connessioni tra cellula e cellula nervosa saranno quindi stimolate a trasmettere informazioni da un neurone all’altro. Risulta chiaro perciò che l’NGF può essere considerato un importante mediatore tra le stimolazioni a partenza dal cavo orale ed il cervello, una sorta di connessione (non la sola giacchè esistono altri fattori di crescita nella bocca) che attraverso stimoli sensoriali periferici offre la possibilità di potenziare e/o recuperare funzionalità del sistema nervoso centrale.

Il dispositivo miofunzionale è uno strumento utile a stimolare e ad aumentare il numero di sollecitazioni neurosensoriali informazionali verso il cervello.

Le informazioni a partenza dalla bocca, per poter essere efficaci allo scopo di creare il corretto schema orale, devono però essere precise, ordinate, finalizzate e varie. Come per il BDNF anche per utilizzare al meglio le funzioni degli altri neurotrasmettitori, verranno insegnati esercizi appositi da svolgersi, con il dispositivo in bocca, per pochi minuti al giorno.

Questi sono i principi e le risorse che sfruttiamo con l’ortodonzia biologica e la terapia miofunzionale attraverso la Neuroplasticità.

COERENZA CARDIACA

La coerenza cardiaca è lo stato di armonia tra il ritmo cardiaco e quello respiratorio.

Ritmo, frequenza cardiaca e ciclo di riposo tra una contrazione e l’altra possono variare numerose volte durante il giorno in risposta a stimoli e sollecitazioni esterne o interne. Tutto ciò è normale e la capacità del cuore di adattarsi alla richiesta che gli viene fatta modificando il suo ritmo indica che è sostanzialmente sano e capace di adattarsi. Queste accelerazioni o rallentamenti della frequenza cardiaca sono sotto il controllo del sistema nervoso autonomo simpatico e parasimpatico e avvengono in maniera coordinata con la respirazione, se inspirazione ed espirazione si modificano in risposta ad una richiesta in quel momento, si modificherà anche il ritmo e la frequenza cardiaca.

Il cuore sarà coerente quando ritmo, frequenza e intervallo di riposo sono regolari, sarà incoerente quando le accelerazioni e i rallentamenti avvengono con ritmo disordinato e in maniera brusca.

Se viviamo periodi di sofferenza emotiva i nostri pensieri, ansie e percezioni saranno in gradi di creare incoerenza; se siamo invece in uno stato emozionale positivo la variabilità avrà caratteristiche di coerenza.

Migliorando la respirazione, attraverso esercizi appositi e con l’uso del dispositivo miofunzionale si  agirà sul sistema orto e parasimpatico recuperando lo stato di coerenza cardiaca precedentemente alterata. Pensiamo anche alle OSAS – apnee ostruttive del sonno : usando il dispositivo miofunzionale riequilibrante, che aumenta lo spazio per la lingua e invita la mandibola all’avanzamento, si respirerà meglio; il respiro a sua volta fornirà la sua azione regolatoria sul sistema nervoso orto e parasimpatico migliorando la coerenza cardiaca.

Come può avvenire tutto questo?  Nel cuore ci sono cellule nervose.

Le cellule nervose non sono solo nel cervello. Si è scoperto che sono presenti anche in altri organi nei quali offrono la possibilità di gestire le proprie funzioni autonomamente.

Un cosiddetto “secondo cervello” è rappresentato nell’intestino nel quale vi sono circa 1/10 dei neuroni presenti a livello cerebrale, neuroni che svolgono funzioni proprie della digestione e assimilazione dei cibi ma anche secernenti serotonina, oltre ad essere in costante comunicazione con il cervello, tanto che il dott. Gershom scrisse il libro dal titolo “Il secondo cervello”.

Altro organo considerato un “piccolo cervello”  è il cuore. Il cuore inizia a battere poco dopo il concepimento quando ancora il cervello non è formato. Come può farlo? Gli scienziati hanno scoperto che il cuore possiede un proprio “cervello” con cellule nervose vere e proprie, un sistema nervoso esteso composto da circa 40.000 meuroni che gli permettono di ricevere informazioni, elaborarle e inviarle al cervello. Una volta giunte nel sistema nervoso centrale, le informazioni arrivano nel sistema limbico (sede delle emozioni) e da qui alla corteccia cerebrale dove vengono elaborati. Ciò significa che il cuore è coinvolto nelle funzioni percettive e cognitive. Gli input nervosi che partono dal cuore hanno poi una funzione modulatrice a livello di sistema nervoso autonomo (tratto digerente, milza, vescica, sistema respiratorio, linfatico ecc.) regolando la percezione del dolore e la secrezione ormonale. Infatti, nonostante non siamo abituati a considerare il cuore una ghiandola endocrina, in realtà produce ormoni e neurotrasmettitori, come l’ANF (Fattore Natriuretico Atriale) detto “ormone dell’equilibrio” in quanto controlla gli eccessi di attività del sistema ortosimpatico in caso di stress. Il cuore secerne inoltre ossitocina, un importante ormone che, oltre al parto e all’allattamento, pare abbia un ruolo nei processi cognitivi, nell’apprendimento di segnali sociali e nell’innamoramento. Le sostanze secrete dal cuore vengono rilasciate in maniera sincrona alle contrazioni cardiache.

Ecco perchè la coerenza cardiaca è determinante per il nostro benessere.

Con i dispositivi che utilizziamo possiamo far respirare meglio la persona per il semplice fatto di portarlo (vedi Osas ad esempio) proprio per le caratteristiche intrinseche ed i principi con i quali è stato ideato e costruito, ma possiamo anche agire sull’aspetto emozionale (che a sua volta influenza il ritmo cardiaco e respiratorio) utilizzando esercizi e/o training appositi da eseguire con il dispositivo in bocca.